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Lorenzo Lotto “Il Richiamo delle Marche”2019-02-06T16:37:37+01:00
LORENZO LOTTO

Il 2018 riporta uno dei più affascinanti artisti del Rinascimento sotto i riflettori internazionali, con eventi in Spagna, Gran Bretagna e Italia.
Nelle Marche una grande mostra a doppio binario conduce da Macerata – dove tornano le opere legate a queste terre, disperse in Europa – ai capolavori di Lotto conservati nel territorio.
Tra borghi, colline e mare.

Lorenzo Lotto torna protagonista nelle Marche, sua terra d’elezione, in un anno davvero speciale.
Il 2018 a livello internazionale ha puntato infatti i riflettori sul grande artista, al centro di una ammirata mostra dedicata ai suoi ritratti in due tra i più importanti musei del mondo: il Prado di Madrid, ove si è conclusa il 30 settembre scorso, e la National Gallery di Londra, ove la mostra aprirà il prossimo 5 novembre.
Un “imprevisto” anno lottesco al quale non poteva mancare la Regione Marche, le cui terre sono state riferimento essenziale nella vita e nella formazione del pittore.
In concomitanza con le due tappe espositive, in relazione con le due prestigiose Istituzioni di Londra e Madrid e con la collaborazione del Museo Statale Ermitage, il territorio marchigiano diventa nell’autunno-inverno 2018 teatro di un evento espositivo e d’iniziative collaterali di altissimo valore – promosse dalla Regione Marche con il Comune di Macerata – che permetteranno al pubblico di riscoprire lo straordinario patrimonio lottesco, in una regione che non ha eguali in Italia per quantità e qualità di opere dell’artista.
E nel contempo il pubblico potrà cogliere il profondo legame che unì il Maestro veneziano a queste terre, nelle quali ripetutamente tornava per creare e per ispirarsi e ove scelse di attendere la morte e trovare sepoltura.
Dal 19 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019, a Palazzo Buonaccorsi sede del Museo Civico di Macerata, una grande e inusuale mostra, organizzata da Villaggio Globale International, riunirà per la prima volta le opere di Lotto create per il territorio e poi disperse nel mondo o quelle che, per storia e realizzazione, hanno avuto forti legami con le Marche.
Un’esposizione di ricerca, per certi versi sperimentale nel voler abbinare forza espositiva, supporti multimediali di approfondimento, grandi capolavori ma anche spunti di ricerca e discussione critica.
Una mostra preziosa, che rivela al pubblico inediti materiali documentari sull’attività dell’artista e opere mai esposte in precedenti eventi – tra tutti una “Venere adornata dalla Grazie” di collezione privata, pubblicata da Zampetti nel 1957 e rimasta all’oscuro per sette decenni (una delle novità più eclatanti della mostra!) – ma che si completa necessariamente nel territorio marchigiano, ponendosi in stretto dialogo con i lavori lotteschi (25 opere) disseminanti nei diversi centri e volutamente lasciati nei siti di appartenenza.
Ancona, Cingoli, Jesi, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati e Urbino danno forma con Macerata a una sorta di mostra diffusa da vivere insieme alle bellezze artistiche e naturali delle Marche: regione ferita purtroppo dall’ultimo drammatico sisma che ha colpito il Centro Italia, ma che tenacemente sta puntando a valorizzare il suo immenso patrimonio.
Curata, con la collaborazione di tanti studiosi marchigiani, da Enrico Maria Dal Pozzolo – tra i massimi esperti dell’artista e co-curatore anche delle mostre di Madrid e Londra – l’esposizione propone a Macerata oltre 20 dipinti autografi di Lotto e 5 disegni di sua mano e alcune straordinarie opere grafiche di grandi autori, quali Dürer e Mantegna, da cui Lorenzo trasse ispirazione; ma anche preziosi manoscritti e volumi, globi e antiche mappe, per contestualizzare la sua attività in queste terre.

Opere di Lotto provenienti da collezioni internazionali – come la Gemäldegalerie della Staatliche Museen di Berlino, il British Museum di Londra, Il Musèe du Louvre di Parigi, il Museo Nazionale Brukental di Sibiu, il Museo del Prado di Madrid o il Musée des Beaux Arts di Strasburgo, ma anche dal Museo Poldi Pezzoli di Milano, dal Museo Correr di Venezia e dalle Collezioni del Quirinale – saranno riunite per l’occasione a Palazzo Buonaccorsi, nel cuore della cittadina marchigiana colpita dal sisma del 2016.
Sono esposte per la prima volta in Italia le tele da Berlino con il San Cristoforo e il San Sebastiano, due pannelli di un polittico disperso che Lotto aveva realizzato per la Chiesa di Castelplanio, piccolo centro nei dintorni di Jesi. Le opere, acquistate dallo Stato di Prussia tra il 1819 e il 1821 dal mercante inglese Edward Solly, sono state restaurate nel 1998 presso il Getty Museum, rivelando parti nascoste dalla cornice ottocentesca e mostrando una resa pittorica del corpo nudo del San Sebastiano esemplare e minuziosa, assai rara nella produzione lottesca.
Dall’Ermitage di San Pietroburgo giungono invece, eccezionalmente, due importanti opere marchigiane di Lotto, compreso il “Cristo conduce gli apostoli al Monte Tabor” (1511-1512), predella di quella bellissima “Pala di Recanati” che il pubblico può ammirare nella vicina città di Leopardi; mentre dalle Gallerie degli Uffizi arriva a Macerata, esposta al pubblico per la prima volta dopo un eccezionale restauro, una “Sacra Conversazione” firmata e datata 1534, anno in cui certamente Lotto era nelle Marche. La cromia, bellissima e quasi inaspettata del dipinto, come la complessa costruzione iconografica, ci confermano la grandezza di questo artista, che sa incantare con le sue “vibrazioni magiche di luce”: pittore malinconico e inquieto, non adeguatamente apprezzato in vita, ma posto dalla critica, a partire dalla fine dell’Ottocento, tra i giganti della pittura del XVI secolo.
Nelle sale del settecentesco Palazzo Buonaccorsi – di cui si possono godere le magnifiche decorazioni barocche – l’esperienza “marchigiana” di Lotto, ora ricomposta, viene integrata anche da alcune opere “di collegamento”, per le quali non è documentato ma neppure escluso il legame territoriale, in modo da delineare senza lacune l’evoluzione artistica del pittore veneziano; mentre i rimandi alle tante opere della regione sono suggeriti dalla didattica e da contributi video appositamente realizzati da Land Comunicazioni, così come il documentario con la regia di Luca Criscenti (presentato anche a Madrid e Londra) che chiude l’esposizione maceratese, invitando i visitatori ad andare per borghi e colline, sempre sulle orme del grande artista.
Unica eccezione: la presenza emozionante in mostra del grande affresco staccato e montato su tela del “San Vincenzo Ferrer in Gloria” (1510 – 1512 circa) – l’unico ad oggi conosciuto nelle Marche – non visibile ormai da tempo, a causa del grave sisma che ha reso inagibile la Chiesa di San Domenico a Recanati, ove l’opera era conservata, e dunque esposto al pubblico in questa occasione, grazie alla collaborazione della locale Diocesi.

La mostra si chiude con tre focus molto particolari.
Il primo al fine di ricostituire idealmente e a titolo esemplificativo il “dossier grafico” di riferimento del pittore propone una serie di stampe e incisioni sicuramente note a Lotto e da lui utilizzate.
Ma in questo contesto si riporta anche all’attenzione della critica e del pubblico una tela con “San Girolamo nello Studio” in passato ben presente nella letteratura scientifica e quindi acquistata, alla fine degli anni Settanta, per i Musei Civici di Bassano del Grappa: un’opera che in seguito fu però al centro di polemiche e di animate discussioni circa la paternità di Lorenzo Lotto e quindi relegata nei depositi museali e per lunghi anni completamente dimenticata.
Ora, dopo che nel 2018 il dipinto è stato recuperato dai magazzini del museo e sottoposto ad analisi scientifiche (che hanno dimostrato la compatibilità con le tecniche esecutive lottesche, nonché la presenza di alcuni pentimenti), Enrico Maria Dal Pozzolo riapre la discussione, riconoscendo l’alta qualità del dipinto, nonostante le condizioni conservative, e la sua congruità con la fase lauretana del pittore e, infine, valutando il suo essere una “copia libera” da un’incisione di Dürer – artista amato da Lotto fin dalla giovinezza – elemento tutt’altro che contrario alla paternità lottesca.
Il secondo focus è un vis-à-vis tra la bellissima “Madonna con il bambino” di Crivelli di proprietà del Museo di Macerata e la “Madonna di Lotto, prestata dal Museo Correr di Venezia, di probabile origine marchigiana: un dialogo dunque tra due veneziani che lasciarono la loro terra d’origine per radicarsi entrambi nella regione adriatica, quasi “un’oasi di libertà creativa”.
Infine una provocazione, per scuotere le nebbie intorno alla vicenda e gli animi di quanti potrebbero aiutare: l’ultima opera in mostra è la cornice vuota della famosa “Madonna di Osimo” , realizzata da Lorenzo intorno agli anni trenta del Cinquecento e rubata dalla Chiesa dei minori osservanti nel 1911, lo stesso anno del celeberrimo furto della Gioconda.
A differenza del capolavoro leonardesco, il dipinto di Lotto non fu mai recuperato, producendo una ferita aperta nel patrimonio della regione, ancora da sanare (catalogo Skira).

INFO & TICKETS

INFORMAZIONI

Sede
Palazzo Buonaccorsi
Musei Civici di Macerata
Via Don Minzoni, 24

Informazioni
www.mostralottomarche.it
info@maceratamusei.it
www.maceratamusei.it
macerata@sistemamuseo.it
www.sistemamuseo.it

Biglietteria di Palazzo Buonaccorsi
+39 0733.25.63. 61

Sferisterio
+ 39 0733.27.17.09

Apertura al pubblico
19 ottobre 2018 – 10 febbraio 2019

Info per convenzioni e per altre combinazioni di visita della rete civica di Macerata Musei:
www.mostralottomarche.it
www.italytolive.it
info@italytolive.it

Tour delle città lottesche
Recanati, Monte San Giusto, Mogliano, Cingoli, Osimo, Loreto, Jesi, Ancona
info@italytolive.it

TICKETS

Orari e biglietterie
Palazzo Buonaccorsi – Via Don Minzoni, 24
Sferisterio – Piazza Nazario Sauro
martedì – domenica: 10:00 – 18:00
chiuso il lunedì
La biglietteria chiude 30 minuti
prima dell’orario indicato

Biglietti
Il biglietto unico comprende:
l’ingresso alla mostra; la visita di Palazzo Buonaccorsi e dello Sferisterio;
CityTour a orari fissi.
Intero: €10
Ridotto – €8
visitatori da 20 a 25 anni; possessori di tessera FAI, TOURING CLUB ITALIANO, COOP Alleanza 3.0, Italia Nostra; insegnanti
Ridotto – €5
(gruppi min 15 persone – max 25; gruppi scolastici min 15 persone – max 30)
Ridotto – €3
(residenti Città di Macerata)
Ridotto area sisma: €3
(residenti nell’area del cratere)
Formula famiglia:
biglietto adulto intero o ridotto,
bambini e ragazzi gratuito fino a 19 anni
Gratuito:
bambini, ragazzi, giovani 0-14 anni; soci ICOM; giornalisti muniti di regolare tesserino; persone disabili e accompagnatore; possessori della Card McCULT
Il biglietto è valido 10 giorni dal giorno della sua emissione.

Card McCULT: €3
per residenti della Marca Maceratese
(i comuni della provincia di Macerata), con validità annuale a partire dal 1 novembre. Vantaggi: ingresso gratuito tutto l’anno, eventi e iniziative culturali, acquisti bookshop, news.

Visite guidate
Gruppi
Mostra
(max 25 persone):
italiano €80; inglese €100
per 1 h di visita.
Palazzo Buonaccorsi, Sferisterio, mostra
(max 25 persone):
italiano €110; inglese €130
per circa 2 h di visita.
Info e prenotazioni:
info@italytolive.it – www.italytolive.it

Scolaresche
Ingresso gratuito per gruppi scolastici – da 15 a 30 alunni- che usufruiscono di visita guidata o attività didattica
Visita guidata mostra
(max 30 persone e 2 docenti accompagnatori):
€60 per 1 h di visita;
€50 per le scuole della città di Macerata e i Comuni dell’area del sisma.
Visita guidata mostra e laboratorio didattico
(min 15, max 30 persone):
€5 per una durata di 1 h e 30 minuti.

Pacchetti e Informazioni Turistiche
www.turismo.marche.it
www.destinazionemarche.it

EVENTI

Programmazione Eventi

ITINERARI

Lorenzo Lotto nel territorio

Per la sua particolare posizione a “gomito” sul mare, Ancona è l’unica città lungo la costa a vantare albe e tramonti sul mare. Non a caso la parola greca Ankon significa, appunto, gomito.Nei secoli la città è stato approdo di grandi civiltà: i piceni, i dori siracusani e, infine, i romani, che assecondarono la sua vocazione di “porta d’Oriente”. Tra i tanti monumenti, da segnalare la Cattedrale di San Ciriaco, che include i resti di un antico tempio ellenistico, e di una basilica cristiana; l’Anfiteatro romano del I secolo, l’Arco di Traiano, il Teatro delle Muse, in stile neoclassico. La Pinacoteca Comunale, che oggi vanta anche una notevole sezione di opere del Novecento, possiede una delle più importanti collezioni delle Marche ed è ospitata nello storico palazzo Bosdari. Tra i capolavori della raccolta: la “Pala Gozzi” di Tiziano Vecellio, la “Madonna con Bambino” di Carlo Crivelli, opere di Sebastiano Del Piombo, Andrea Lilli, Guercino, Francesco Podesti e molti altri.

Nella Pinacoteca Civica che è conservata la “Sacra Conversazione”, detta anche “Pala dell’Alabarda”, di Lorenzo Lotto, commissionata nel 1538 per la chiesa di Sant’Agostino da Simone de Giovannino Pizoni, cittadino di Ancona e parente di quel Protonotario Apostolico Giovanni M. Pizoni di cui Lotto nello stesso anno esegue il ritratto, esposto in mostra a Macerata.
Nel corso degli anni trenta, poco prima che Lotto fosse documentato ad Ancona, la città era stata costretta a subire la spietata tirannia del Cardinale Legato Benedetto Accolti e del vice legato Bernardino Dallabarba, con il triste epilogo dell’uccisione di cinque nobili nella notte tra il 13 e 14 marzo 1534 e l’esilio imposto a sessantaquattro di loro. Con l’insediamento di papa Paolo III il 1 Ottobre 1534, la tirannia si concluse e gli esuli, tra cui figurava Simone de Giovannino Pizoni, poterono rientrare ad Ancona. La Pala commissionata a Lorenzo Lotto aveva lo scopo di rievocare i fatti e ogni personaggio ha un ruolo e significato ben precisi.
San Simone Giuda, eponimo del committente reca infatti un’alabarda rovesciata a indicare l’usurpatore sconfitto (l’alabarda era usata dai lanzichenecchi, guardie del corpo dal cardinale Accolti); santo Stefano e san Lorenzo sono i due protettori di Ancona; san Giovanni evangelista, esule a Patmos, ricorda anche lui, eponimo del committente, il suo allontanamento forzato dalla città. L’atmosfera creata da Lotto nella Pala di Ancona è rarefatta e nell’opera si avverte un moto circolare dettato dal rimando tra gli sguardi dei vari personaggi.
La luce di un tardo pomeriggio, quasi serale, entra da due grandi apertura che lasciano intravedere il colonnato di un palazzo alle spalle del trono e si posa prima sui due angeli in volo e poi sulla scena sottostante, creando degli straordinari effetti chiaroscurali.

Sempre ad Ancona nella Chiesa di San Francesco alle Scale, si trova un’altro lavoro di Lorenzo Lotto: la pala dell’Assunta dipinta nel 1550. Un’opera veneziana nella sostanza, dal linguaggio conciso e scavato. “I colori si stemperano su tonalità pacate e malinconiche, mentre le figure risultano rapite dal miracolo della Vergine, che si staglia su un fondo indistinto, carico di tensione e privo di qualsiasi rappresentazione ambientale, in un clima di sospensione che isola la figura dell’Assunta contro un cielo cupo, cui fanno da contrappunto cromatico gli abiti degli apostoli e i variopinti petali dei fiori nel sepolcro e sparsi sul terreno”. In ultimo si segnala come luogo lottesco la Loggia dei Mercanti, la cui facciata è capolavoro di Giorgio da Sebenico, dove nel 1550 si svolse la Lotteria dei suoi dipinti.

Sede espositiva
Pinacoteca Comunale “F. Podesti”
Vicolo Foschi, 4

Orari
martedì – venerdì: 16:00 – 19:00
sabato e domenica: 10:00 – 19:00
lunedì e orari di chiusura su prenotazione obbligatoria per scuole e/o gruppi

Biglietti
Intero (Pinacoteca e Museo della città): €6
Ridotto €3 (giovani 14-25 anni; adulti oltre i 65 anni; gruppi di almeno 15 persone; possessori del biglietto della mostra di Macerata)
Gratuito ragazzi fino a 14 anni
Fototessera annuale di libero accesso ai Musei Cittadini € 30,00 la prima domenica del mese ingresso gratuito

Visite guidate
www.museieducativi.it
didattica.ancona@gmail.com

Informazioni
T + 39 071 2225047
www.comune.ancona.gov.it
pinacoteca@comune.ancona.it

Social
www.facebook.com/PinacotecaAncona/

Sede espositiva
Chiesa di S. Francesco alle Scale

Orari
lunedì – domenica: 08:30 – 17:00

Biglietti
Ingresso gratuito

Visite guidate
T +39 320 8773610
museo.ancona@diocesi.ancona.it

Immersa in una delle zone floristicamente più belle, ricche e rare del paesaggio mediterraneo, Cingoli sorge in posizione panoramica a 630 m sul lato orientale del gruppo montuoso che si staglia sull’alta valle del Musone. L’eminenza topografica di Cingoli insieme alla superba veduta panoramica le ha fatto guadagnare l’appellativo di “Balcone delle Marche”.
Con la sua cinta muraria quasi intatta, i tanti monumenti, immersi in quartieri antichi dalla vie silenziose e suggestive, attestano il glorioso passato di Cingoli. Particolare attenzione meritano il Museo archeologico statale e la Pinacoteca comunale, il Palazzo Comunale, la Fontana di Maltempo (sublime esempio di architettura simbolica rinascimentale) la Portella, i tanti palazzi cittadini, le chiese e la cattedrale di S.Maria Assunta. Fuori le mura importante è la chiesa di S.Esuperanzio, fondata su un antico luogo di culto del XII secolo. Suggestive e indimenticabili le passeggiate attraverso i boschi che circondano Cingoli, come la faggeta di Canfaito, meta per il foliage autunnale.

La stupefacente “Madonna del Rosario” di Lorenzo Lotto fu realizzata per l’altar maggiore della Chiesa di S.Domenico, purtroppo chiusa per inagibilità a seguito del sisma del 2016.
Il capolavoro lottesco è dunque esposto provvisoriamente nella Sala degli Stemmi del Palazzo Comunale di Cingoli. Il dipinto fu realizzato dall’artista veneziano su commissione dei frati domenicani del borgo, in un’epoca in cui Lorenzo Lotto risultava stabile nelle Marche . Non è da escludere che anche la Madonna del Rosario sia stata eseguita ad Ancona anche se l’opera denota una conoscenza diretta del territorio e delle tradizioni locali da parte dell’artista, evidenti per esempio dalla descrizione puntuale del modellino di Cingoli ripresa da nord-est.Emerge la lettura in chiave devozionale e fortemente didascalica dell’iconografia della Madonna del Rosario e della sua importanza per la preghiera dei fedeli. L’opera è espressione della grande capacità inventiva ed esecutiva di Lorenzo Lotto, che, a poca distanza da quella anonetana, riesce a ideare una pala d’altare ancora più complessa, non solo per la presenza di più figure ma per la maniera straordinaria in cui rappresenta i quindici misteri del Rosario.

Sede espositiva
Palazzo comunale, Sala degli Stemmi
Piazza Vittorio Emanuele II, 5

Orari
lunedì – martedì – giovedì: 08:30 – 12:30 / 15:00 – 18:00
mercoledì – venerdì: 08:30 – 12:30
sabato: 08:30 – 12:30 / 16:30 – 18:30
domenica e festivi: 10:30 – 12:30 / 16:30 – 18:30

Biglietti
€2

Informazioni
T + 39 0733 602877
T + 39 0733 602444
www.comune.cingoli.mc.it
www.comunecingoli.it
biblioteca@comune.cingoli.mc.it
atcprolococingoli@gmail.com

Social
www.facebook.com/ComuneCingoli/

Il Palazzo della Signoria in Piazza Colocci, capolavoro rinascimentale dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini e oggi sede della Biblioteca Planettiana, è uno degli edifici monumentali che connotano questa bella cittadina dall’antico nucleo romano-medievale, a metà strada tra il mare e la montagna. La piazza Federico II, antico foro romano e luogo di nascita del famoso imperatore Federico II di Hohenstaufen, ospita un museo multimediale “Stupor Mundi” a lui dedicato e sempre in piazza Federico II, all’interno di Palazzo Ripanti Nuovo, è collocato il Museo Diocesano, che conserva oltre 200 opere provenienti da chiese e istituzioni religiose della diocesi di Jesi.
Nel ‘700 nel più antico borgo della città nascono nuovi edifici pubblici come il teatro Pergolesi e il Palazzo Pianetti, sede dei Musei civici di Jesi. Al piano terra dell’edificio, nelle antiche scuderie, vi è il museo archeologico con un pregevole nucleo di statue romane, mentre negli appartamenti privati, ristrutturati nell’800, è allestita la Galleria d’Arte contemporanea con opere di importanti artisti tra cui Guttuso e Pistoletto. Infine al piano nobile la Galleria degli Stucchi è uno dei massimi esempi di rococò in Italia centrale e custodisce un’importante collezione d’arte antica.

La raccolta civica a Palazzo Pianetti vanta cinque opere di Lorenzo Lotto eseguite tra il 1512 e il 1539 per le chiese di San Francesco al monte e San Floriano, tra cui, la grande pala d’altare della “Deposizione,” le due tavolette raffiguranti l’“Angelo Annunciante” e la “Vergine Annunciata”, la “Madonna delle Rose” e, vero capolavoro, la famosa pala di “Santa Lucia”.

In molte opere jesine fondamentale è la resa delle luce. Riecheggiano a questo proposito le parole di Longhi che, sulla scia di Lomazzo che indicò Lotto come “singolar maestro anch’egli di dare il lume (1590), in merito a opere come l’Annunciazione di Jesi, l’Annunciazione di Ponteranica, la Crocifissione di Monte San Giusto e la Pala di Santa Lucia di Jesi, scrisse che “non s’intendono qualora si astragga dall’effetto di lume che le determina” (1973). La Pala di Santa Lucia fu commissionata a Lorenzo Lotto dalla Confraternita di Santa Lucia di Jesi e dal Priore Giovanni di Antonio Guglielmi nel 1523 e fu consegnata nel 1532 per essere collocata sull’altare nella chiesa francescana di San Floriano che la Confraternita aveva acquisito qualche anno prima. Il contratto – per firmare il quale Lotto scese da Bergamo nelle Marche – stabiliva che l’opera fosse consegnata entro due anni via mare da Venezia fino a Case Bruciate, località oggi nel comune di Montemarciano e punto di attracco sul mare, da lì essere trasportata via terra con un carro tirato da buoi e infine essere installata sull’altare. Il tutto a spese dell’artista per un compenso pattuito di 220 ducati d’oro da versare a rate, con acconto di 50 ducati. Anche la Madonna delle Rose voluta per la Chiesa di San Francesco al Monte dai padri francescani e lavorata da Lotto a Venezia nel corso del 1526 – insieme alla pala per Monte San Giusto – arrivò via mare nell’estate del 1527, “co li soi ornamenti seu anchone” che Lotto non potè tuttavia mettere in opera a causa dell’imperversare della peste e per le quali dichiarò tutta la sua preoccupazione non avendo ancora, alla data 12 agosto, ricevuto notizie circa il loro arrivo.

Sede espositiva
Musei Civici di Palazzo Pianetti
Via XV Settembre, 10

Orari
martedì – domenica e festivi: 10:00 – 13:00 / 16:00 – 19:00
lunedì chiuso, eccetto festivi

Biglietti
Intero €3 – visita di un museo; €6 – visita di due musei; €8 – visita di tre musei.
Ridotto €3 – cumulativo di due musei; €6 – cumulativo di tre musei
gruppi scolastici; gruppi min 15 persone;
studenti universitari fino a 26 anni (su presentazione della tessera universitaria);
soci Archeoclub, FAI;
possessori biglietto d’ingresso Museo Federico II Stupor Mundi e Grotte di Frassassi (fino al 31/12/2018)
Gratuito ragazzi fino a 14 anni

Visite guidate
solo su prenotazione:
T + 39 0731 538342 – 439 – 343
pinacoteca@comune.jesi.an.it

Informazioni
T + 39 0731 538420
www.turismojesi.it
turismo@comune.jesi.an.it

Social
www.facebook.com/ComuneJesi/
www.instagram.com/comunejesi/

Con il profilo inconfondibile del suo Santuario e la maestosità del Palazzo Apostolico, Loreto si impone subito col fascino delle cose belle. Posta su un colle a 127 metri di altezza, della cittadina non c’è traccia prima del XIII secolo perché si tratta di centro abitato generato dalla presenza di un santuario. Per questa ragione, la storia di Loreto di intreccia lungo i secoli con le vicende di quest’ultimo. Siamo in grado di fissare una data precisa: 1294 e, se si vuol seguire la tradizione, possiamo anche stabilirne il giorno: la notte tra il 9 e il 10 dicembre, quando su quel colle, dove non esisteva abitazione alcuna e solo vi passava una strada che collegava Recanati al suo porto, successe qualcosa che è diventato leggenda. Nel 1291, quando i musulmani cacciano definitivamente i crociati dalla Palestina, i cristiani cercano di salvare i ricordi che si ricollegano alla vita di Cristo, di Maria e degli apostoli e tra questi vi è la casa di Nazaret, dove Maria visse, ricevette l’annuncio dell’angelo, disse “Eccomi, sono la serva del Signore”, e dove, citando ancora il vangelo, “ilVerbo si fece carne”. Una tradizione dice, appunto, che la casa di Maria fu trasportata dagli Angeli nell’antica Illiria, a Tersatto nei pressi di Fiume (ora Rijeka) e poi a Loreto, prima nella piana tra il colle e il mare, nella località detta Banderuola, e poi dove si trova tuttora.

Tra le varie raccolte d’arte conservate presso il Museo Pontificio Santa Casa di Loreto spiccano le sette tele di Lorenzo Lotto (1480-1556ca) che decoravano l’antica Cappella del Coro, alcune delle quali eseguite dal pittore negli ultimi anni della sua vita, conclusasi presso il Santuario lauretano come oblato della Santa Casa: “Cristo e l’Adultera”, “San Michele caccia Lucifero”, “l’Adorazione del Bambino”, “il Sacrificio di Melchisedech”, il “Battesimo di Cristo” , l’“Adorazione dei Magi“ e la “Presentazione di Gesù al tempio”. Quest’ultima, come anche l’Adorazione dei Magi, vene indicata come l’ultima (incompiuta?) opera di Lotto e non risulta citata nel Libro di spese diverse. Potrebbe infatti essere stata realizzata dopo l’oblazione del pittore alla Santa Casa (8/9/1554) e dunque dopo la rinuncia ai beni e a una propria bottega. Nessun intervento di mano altrui dunque nel dipinto: “un’opera integra, completa, unitaria e si direbbe, terribilmente sola”, ha scritto Varese, nel contesto del coro della chiesa lauretana. Un’opera che pone interrogativi anche per l’imprecisione e l’approssimazione nell’applicazione dei colori, limitati nella gamma scelta; che inquieta per i suoi tratti enigmatici, per lo spazio pittorico duplice: spazio sacrale e abitato l’uno, spazio architettonico (quasi) disabitato l’altro. Nel nuovo allestimento adottato all’interno del Museo Pontificio (ex Antico Tesoro), le sette opere lottesche sono state disposte secondo la sequenza testimoniata da Cinelli Calvoli (1705) al di sopra degli scranni del coro della chiesa lauretana. Un altra grande tavola di Lorenzo Lotto “il San Cristoforo con Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano” (1532-1533 circa) può essere ammirata nella basilica della Santa Casa, ove è stata ricollocata dopo un intervento conservativo a fine luglio del 2018. Non essendoci notizie circa la committenza, la presenza di Cristoforo, Rocco e Sebastiano, tre santi evocati in occasione di epidemie (anche se il primo si è imposto anzitutto come protettore dei viaggiatori), lascia supporre che l’opera sia stata commissionata con un intento votivo, contestualmente allo scoppio di una qualche pestilenza. Un soggetto, questo dei santi taumaturgici, che, anche se non sempre in forma di triade, venne più volte ripreso da Lotto, tanto da produrne numerose repliche.

Sede espositiva
Museo Pontificio Santa Casa
Piazza della Madonna 1

Orari
Tutti i giorni: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00

Biglietti
L’ingresso al Museo Pontificio Santa Casa è gratuito

Informazioni
T 071 – 9747198
museopontificio@delegazioneloreto.it

Su di un crinale tra le valli dei fiumi Cremone ed Ete Morto si vede Mogliano, nel cuore della collina maceratese, a metà strada tra i Monti Sibillini e la Riviera Adriatica. Circondato da uliveti della varietà autoctona piantone di Mogliano, il paese conserva parte delle antiche mura medioevali, intorno ad un abitato fatto di splendidi palazzi e chiese costruiti nel corso del Settecento. Il tempo sembra non essere passato da allora: suggestivo è passeggiare per le vie, fermarsi nelle piazzette e scoprire scorci di inaspettata bellezza. Nel centro cittadino insieme ai numerosi edifici patrizi, si ammirano lo scenografico scalone e la facciata della Chiesa di S. Gregorio Magno, a poca distanza dall’imponente mole laterizia di Palazzo Forti, magnifica dimora dell’omonima famiglia, usata poi come sede municipale. La Chiesa di S. Maria di Piazza e l’antico Oratorio della Madonna della Misericordia, che ospita il MASM (Museo Arte Sacra Mogliano), arredano, con il Teatro Apollo, la piazza cittadina aperta sulla sorprendente visuale di via regina Margherita Fuori dalla cinta muraria è possibile visitare la monumentale Chiesa del SS.mo Crocifisso d’Ete, la piccola S. Maria di Bagliano e il Museo delle Terre Artigiane.

Il MASM-Museo Arte Sacra Mogliano, oggetto di un recente restauro e con una pregevole collezione, ospita la “Madonna in gloria con gli angeli e i santi Giovanni Battista, Antonio di Padova, Maria Maddalena e Giuseppe” detta “pala dell’ Assunta”, dipinta da Lorenzo Lotto nel 1548, proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Piazza lesionata dal terremoto del 2016, come anche la pala dell’altare maggiore della chiesa di S. Colomba, opera di Durante Nobili da Caldarola. Il dipinto e la sua cornice furono commissionati nel novembre del 1547 da Giacomo Boninfanti, Sindaco di Mogliano, che si reca a Venezia per l’occasione. Dell’incontro, come di alcuni particolari dell’opera, del prezzo pattuito di 130 scudi d’oro e delle modalità di pagamento, Lorenzo scrive nel suo prezioso diario dei conti e non solo. La pala, terminata nel maggio del 1548, giunge ad Ancona via mare e da qui arriva a Mogliano nel mese successivo, magari in tempo per la ricorrenza della festa del patrono del paese, S. Giovanni Battista. Lotto, che in questo periodo pare trovarsi nella città dorica, non accompagna l’opera a destinazione ma ne affida all’amico e allievo Durante Nobili da Caldarola il trasporto via terra e la sistemazione nell’altare maggiore della chiesa.Lorenzo Lotto, che riprende la sua attività legata alla committenza marchigiana una volta ristabilitosi dalla malattia sofferta in casa dell’amico gioielliere Bartolomeo Carpan, manifesta nel ancora una volta la sua forte religiosità e in un clima già ampiamente controriformistico che si respira nel dipinto di Mogliano.

Sede espositiva
MASM – Museo Arte Sacra di Mogliano
Vicolo Boninfanti

Orari
martedì e mercoledì: 10:00 – 12:30
giovedì: 17:30 – 19:30; venerdì 10:00 – 12:30
/ 17:30 – 19:30
sabato: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00
domenica chiuso

Biglietti
L’ingresso al MASM è gratuito
Gruppi superiori a 10 persone prenotazione obbligatoria

Visite fuori orario
solo su prenotazione con preavviso di 5 giorni:
M + 39 338 6564408

Visite guidate
solo su prenotazione con preavviso di 5 giorni:
M + 39 338 6564408

Informazioni
Comune di Mogliano
T + 39 0733 557771
Infopoint
T + 39 0733 557730
M + 39 335 5329539
Responsabile museo
M + 39 338 6564408
www.comune.mogliano.mc.it
www.masm.it

Social
www.facebook.com/comunedimogliano/

Adagiato su un poggio tra la valle del torrente Cremone e quella del torrente Ete Morto, in posizione panoramica verso il mare, Monte San Giusto ebbe il suo periodo di maggior fulgore nel ‘500 grazie a Nicolò Bonafede vescovo di Chiusi e ufficiale della corte romana che si premurò di abbellire il suo paese natale. Nel nucleo storico si conserva ancora Palazzo Bonafede oggi sede del Museo di Monte San Giusto, una delle maggiori architetture del Rinascimento nelle Marche, insieme al palazzo ducale di Urbino, ove spiccano, oltre al cortile rinascimentale, gli affreschi della cosiddetta “camera picta” (detta anche Stanza del Vescovo) al pianterreno e, al piano nobile, la fascia ad affresco con i “Trionfi di Nicolò Bonafede”, frammenti di una decorazione ben più ampia: i dipinti, databili intorno al 1515-1520 sono stati attribuiti al pittore spagnolo Johannes Hispanus. Da non perdere la collezione di disegni “Alessandro Maggiori”.

Nella via dei Tolomei che si imbocca di fronte al Palazzo si trova la Chiesa di Santa Maria in Telusiano (o della Pietà) di fondazione trecentesca ma profondamente restaurata nel 500. Qui si trova la “Crocifissione” (1529-30 circa), capolavoro di Lorenzo Lotto, ancora oggi inserita nella sua cornice originale, essa stessa un eccellenza dell’ebanistica rinascimentale. Nel dipinto compare un ritratto di Niccolò Bonafede inginocchiato, mentre contempla lo svenimento di Maria.
La pala spicca per la sua grandiosa drammaticità, una monumentale rappresentazione della Crocefissione definita da Bernard Berenson “la più bella e intensa rappresentazione del Golgata del Rinascimento”. L’opera fu commissionata sempre da Nicolò Bonafede e venne realizzata dall’artista in gran parte a Venezia per poi concluderla a Monte San Giusto, con l’inserimento – caso eccezionale nella sua opera – della figura del committente ( il frate in primo piano a sinistra) da realizzarsi dal vivo. Essendo destinata alla Chiesa di Santa Maria in Telausiano il vescovo aveva chiesto all’artista una Pietà, tema tradizionalmente svolto con la raffigurazione di Cristo tra le braccia della Vergine, ma Lotto lo affrontò in modo del tutto nuovo e originale con un’appassionata, dolorosa e popolatissima visione del Calvario. Le tre croci che si stagliano nel cielo, i lancieri che sorvegliano la croce, una ridda di personaggi e aste. Ciononostante il motivo centrale del dipinto, sviluppato su tre fasce, è rappresentato dal gruppo in primo piano attorno alla Madre svenuta e quasi “pencolante” verso lo spettatore sorretta dalla Maddalena e da San Giovanni.
Anche sotto il profilo espressivo l’opera non manca di dichiarare la sua complessità. La rappresentazione del cielo plumbeo, inusuale nel panorama pittorico del tempo, ma comune anche alla lunetta della pala della Madonna delle Rose, ha la funzione di aumentare il coinvolgimento del fedele nell’evento drammatico rappresentato: un “cielo che trascolora nell’eclisse, un cielo che il sole nero consuma”, una composta rappresentazione del dolore dove – come scrisse Paolucci (2009) – c’è “tragedia ma non disperazione […] c’è verità ma non esibizione gratuita di realismo”.

Sede espositiva
Chiesa di Santa Maria in Telusiano
Via Tolomei, 5

Orari
tutti i giorni: 08:00 – 12:30 / 15:00 – 19:00

Biglietti
L’ingresso è gratuito

Visite guidate
Info e prenotazioni
M + 39 334 7085112

Informazioni
Segreteria Comune
T + 39 0733 839006 – 07
Casa Parrocchiale
T + 39 0733 53162
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visitmonetesangiusto@gmail.com

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Racchiusa tra il Monte Conero, il Mare Adriatico e i Monti Sibillini, ha visto la sua fioritura alla fine del secolo XII. Protetta dall’antica cinta muraria, si snoda sulla cima di un crinale circondato da morbidi pendii tappezzati di vigneti ed uliveti. Una cornice ambientale resa ancora più suggestiva dagli echi delle poesie di Giacomo Leopardi che qui nacque e visse per molti anni. Il comune di Recanati ebbe origine nel XII secolo dall’unione di tre borghi (Monte Morello, Monte S. Vito e Monte Volpino)situati lungo la cresta tortuosa del crinale.La storia cittadina passa per alcune tappe fondamentali: nel 1229
Federico II di Svevia concesse alla città di edificare un porto (l’odierna Porto Recanati) tra i fiumi che la delimitano verso sud e verso nord; nel 1240, papa Gregorio IX conferì a Recanati il titolo di Città e la sede vescovile; nel 1294 arrivò nel territorio recanatese la Santa Casa di Nazaret e successivamente si decise l’erezione della grande basilica. Grazie all’istituzione della fiera recanatese dovuta a papa Martino V nel 1421 Recanati prosperò fino agli inizi del Seicento. Nel corso degli anni vi giunsero uomini di lettere, come l’umanista Antonio Bonfini, e celebri artisti, quali Lorenzo Lotto, Guercino, Andrea Sansovino, Aurelio, Ludovico e Girolamo Lombardi, Pier Paolo e Tarquinio Jacometti, Antonio Calcagni e Luigi Vanvitelli.

Il Museo Civico-Villa Colloredo Mels di Recanati, che conserva capolavori del Trecento e Quattrocento, è famoso soprattutto per il corpus di opere straordinarie del pittore veneto Lorenzo Lotto. Si spazia quindi da un suo capolavoro giovanile come il “Polittico di San Domenico” (1508), primo lavoro marchigiano del giovane Lotto risale al 1506 – quando i frati del convento di San Domenico a Recanati gli affidarono il compito di eseguire una pala a ornamento dell’altare maggiore della cattedrale – all’affascinante “Trasfigurazione di Cristo”, influenzata dal Raffaello ma di totale impostazione anticlassica, alla piccola tavoletta devozionale con il “San Giacomo Maggiore” di pregevole fattura, per finire con l’indimenticabile “Annunciazione”, capolavoro assoluto del Maestro. Posta in origine nell’oratorio di San Giorgio come pala dell’altare della Confraternita di Santa Maria dei Mercanti di Recanati, è questo forse il dipinto più famoso del Lotto che espone lo svolgersi dell’evento miracoloso nel momento stesso del suo verificarsi.
La scena si volge in un ambiente domestico, nella stanza ordinata di Maria dove tutti gli oggetti sono accuratamente sistemati. In questo mondo ordinato irrompono Dio Padre che sembra tuffarsi dal cielo come un nuotatore antico e l’angelo, che sembra a sua volta spaurito dall’enormità di quanto sta avvenendo e sgrana gli occhi indicando con la mano l’ordine superiore cui nessuno può sottrarsi. Anche Maria, per quanto impaurita, sa di non avere scampo.

Sede espositiva
Villa Colloredo Mels
Via Gregorio XII

Orari
martedì – domenica: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00

Biglietti
Il biglietto di circuito prevede l’ingresso a Villa Colloredo, alla Pinacoteca e Museo dell’Emigrazione Marchigiana, alla Torre del borgo e al Museo Beniamino Gigli
Intero €10
Ridotto €7
gruppi gruppi min 15 persone; gruppi accompagnati da guida turistica abilitata;
possessori tessere FAI, Touring Club, Italia Nostra, Coop, Alleanza 3.0 e precedenti, Adriatica, Nordest, Estense.
Ridotto €5
Possessori di Recanati Card in caso di mostre temporanee; Campus Infinito; gruppi scolastici.
Gratuito minori fino a 19 anni; soci ICOM;
giornalisti muniti di regolare tesserino;
disabili ed accompagnatore; gruppi scolastici che usufruiscono di visita guidata o attività laboratoriali.

Visite guidate
Info e prenotazioni
T + 39 071 7570410 / 071 981471

Informazioni
Villa Coloredo Mels
T + 39 071 7570410
IAT
T + 39 071 981471
www.infinitorecanati.it
recanati@sistemamuseo.it

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Ultima tappa del tour lottesco: Urbino.
Proclamata patrimonio dell’umanità UNESCO dal 1998, città natale di Raffaello. Urbino è uno dei centri più belli d’Italia. La città ha origine romana, ma la impronta che la caratterizza tutt’ora è quella di Federico da Montefeltro, che ne fu signore tra il 1444 e il 1482 e che la trasformò, da borgo medievale, in un gioiello urbanistico di impronta rinascimentale.Il suo Palazzo Ducale ospita la Galleria Nazionale delle Marche con preziosi dipinti di Piero della Francesca, Laurana e Raffaello, la cui casa natale è stata trasformata in un museo. Di notevole interesse sono il Duomo, le chiese di S. Domenico e di San Francesco, l’Oratorio di S. Giuseppe con il famoso presepe del Brandani e l’Oratorio di S. Giovanni con gli affreschi quattrocenteschi dei fratelli Salimbeni, la vicina chiesa di Santo Spirito o la quattrocentesca chiesa di S. Bernardino, sede del Mausoleo dei Duchi.

La Galleria Nazionale delle Marche custodisce il “San Rocco” (1549).
Il quadro è stato acquistato dallo Stato nel 2007 per la Galleria Nazionale delle Marche. Proviene dalla chiesa anconetana di Posatora e faceva parte di un dittico di cui si conosce anche il secondo pannello, ora in collezione privata. La figura di San Rocco è ricorrente nell’opera lottesca per i risvolti di natura devozionale legati alla figura del santo che si invocava contro il pericolo di peste. L’impostazione iconografica è molto simile a quella espressa nel quadro di Loreto che lo vede protagonista insieme a San Cristoforo e San Sebastiano. Il giovane santo mostra il bubbone infetto invitando a fare affidamento sulla benevolenza divina per ottenere la guarigione.

Sede espositiva
Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo
Ducale di Urbino,
Piazza Rinascimento, 13

Orari
da martedì a domenica: dalle 8:30 alle 19:15
lunedì: dalle 8:30 alle 14:00

Informazioni
0722 322625
ducale@gebart.it
www.gebart.it

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